Lo stato deve essere necessariamente diviso in classi poiché in uno stato vi sono compiti diversi che devono essere esercitati da individui diversi. Platone rifacendosi alla tripartizione psicologica dell’anima, afferma che la diversità tra gli individui e la loro differente destinazione sociale dipende dalla preponderanza di una parte dell’anima sulle altre. Abbiamo così individui prevalentemente razionali, portati quindi alla sapienza e al governo, gli individui prevalentemente impulsivi, portati ad essere guerrieri, e gli individui prevalentemente soggetti al corpo e ai suoi desideri, portati al lavoro manuale. Per Platone la divisione degli individui in classi-funzioni non dipende quindi da un fatto ereditario, cioè dall’essere nati in una certa classe, ma da un fatto antropologico e psicologico, ossia da come si è come uomini. Tutto ciò trova un’esemplificazione nel celebre mito delle stirpi, ossia in quell’antica leggenda fenicia secondo cui alcuni nascono con una natura ‘aurea’ , altri con una natura ‘argentea’, altri con una natura ‘ferrea ‘ o ‘bronzea’. Nell’ideale città di Platone gli individui si distinguono tra di loro non per diritti di nascita ma per differenti attitudini naturali. |
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